Il bambino autistico è incapace di usare il linguaggio in modo comprensibile o di elaborare le informazioni provenienti dall’ambiente.
Circa metà dei bambini autistici è priva della parola; quelli che parlano spesso si limitano a ripetere meccanicamente ciò che sentono.
Il termine “autismo” descrive, in particolare, l’atteggiamento, comune a questi soggetti, di totale isolamento dall’ambiente esterno e di chiusura in un mondo interiore.
I soggetti autistici possono, inoltre, presentare disomogeneità dello sviluppo, fascino per gli oggetti meccanici, reazioni stereotipate nei confronti degli stimoli ambientali e resistenza a qualunque cambiamento esterno.
Alcuni bambini autistici mostrano precocità in discipline come la matematica.
Attualmente, il numero dei soggetti colpiti di sesso maschile è circa il triplo di quelli di sesso femminile. Le bambine autistiche sembrano avere un grado di ritardo mentale assai più accentuato dei maschi; il grado di separazione rispetto all’ambiente esterno e l’incapacità di relazionarsi con gli altri sembrano invece presenti in misura simile.
TERAPIA...
Causa, prognosi e terapia dell’autismo infantile precoce sono tuttora oggetto di studio. Le ricerche suggeriscono che l’origine potrebbe risiedere in un difetto genetico, oppure in una forma di malattia autoimmune o degenerativa del cervello.
Per altri, invece, l’origine è ambientale e va ricercata nel rapporto dei bambini con i genitori.
L’educazione e la formazione scolastica dei bambini autistici devono essere seguite attentamente e, in genere, prevedono un apprendimento a piccoli passi, uno stretto controllo comportamentale e terapie psicoterapeutiche.
Forme di terapia farmacologia sono attualmente in fase di studio.
Generalmente, la prognosi è sfavorevole per i bambini autistici che restano muti oltre il quinto anno di età, mentre alcuni dei bambini che parlano riescono a compiere maggiori progressi e talvolta anche a guarire. In particolare, una recente stima valuta che circa l’11-12% dei pazienti può raggiungere la guarigione pressoché totale, e che il 10-15% dei soggetti può compiere importanti progressi e divenire autonomo dalla famiglia.
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